Una giornata con i congressisti tra natura, neve e musei
di Benedetto Fontana
Espletati gli obblighi istituzionali di
relazioni del presidente nazionale, del segretario, dei
consiglieri, degli esperti e quelli di approvazione di bilanci
consuntivi e presuntivi ci si ritrova, dopo sveglia alle 7:00 e
colazione, sul pullman per una gita culturale/paesaggistica
lungo valli, colline e monti del Trentino. Si parte ovviamente
da Arco, sede del XXV Congresso Nazionale UIF, cittadina
sviluppatasi a forma di arco (e di cui il nome secondo alcuni)
attorno alle pendici della rupe dell’antico castello medievale
che domina l’intera valle dell’Altogarda. Secondo altri il nome
deriverebbe dal latino Arx, arcis (rocca) per la presenza
dell’importante fortificazione, difesa da possenti mura e da un
buon sistema di avvistamento grazie alle due torri Renghera
nella parte più alta e Grande. Armati di macchine
fotografiche ed obiettivi di varie focali, si va per un bucolico
paesaggio dominato da grigie rupi calcaree e campi a terrazzo.
I pullman si dirigono verso la Valle del Sarca ove enormi
macigni sembrano spinti e rotolati dalle cime per obbligare ad
un percorso tortuoso. Il lungo profilo delle montagne circonda
un paesaggio ampio e misterioso e le pareti di roccia a picco
sulla valle nascondono borgate e paesi : Dro, Drena, Cavedine,
Lasino. Su un’altura rocciosa - oltre il bosco di querce, lecci
e faggi secolari - appaiono nobili ed immobili le mura
dell’antico Castel Madruzzo con le torri di Gunpone e
Boninsegna, con la chiesetta dedicata a San Nicolò
contenente affreschi e dipinti oltre che stemmi della famiglia e
del principe vescovo Cristoforo Madruzzo, circondato da un parco
di 12 ettari con interessanti varietà arboree. La parte
cinquecentesca è in buone condizioni ed in parte abitabile
mentre la parte più antica del X sec è in precarie condizioni e
meritevole di restauro strutturale. Le vallate del Trentino,
come quelle dell’Alto Adige, sono state da sempre le porte del
più facile accesso, per gli invasori barbari, alla valle padana
e non stupisce la quantità di castelli, sorti sulle fondamenta
di antiche fortificazioni rudimentali già costruite in posizioni
strategicamente importanti. Con l’avvento degli Asburgo gli
antichi castelli medievali si trasformarono in sontuose case
gentilizie ed, ancor oggi, molti sono abitati o trasformati in
alberghi e ristoranti.Si raggiunge dopo numerosi tornanti, a
quota 1650 mt, la zona panoramica del Monte Bondone per qualche
foto di gruppo, per respirare un po’ d’aria buona circondati da
tanta neve primaverile (diversi gli sciatori ancora presenti) e
per ammirare di fronte le incantevoli Dolomiti del Brenta.
Risaliti sul pullman, si prosegue per Vaneze e Sardagna, sempre
per un percorso tortuoso (noto per la corsa automobilistica
Trento-Bondone inserita nel Campionato Europeo della Montagna e
per le tappe del giro d’Italia e del Trentino), e si
raggiunge infine Trento per la visita della città e per il
pranzo. Trento, nell’ampio fondovalle dell’Adige dove sbocca la
Valsugana, coronata dalle imponenti montagne del Bondone e
della Paganella, ha origine antichissime ed è un gioiello
artistico ed architettonico ma la storia religiosa vi ha
lasciato l’impronta più notevole per il famoso Concilio
ecumenico della Controriforma cattolica (XVI sec). Il Duomo di
San Vigilio, di stile romanico-gotico, eretto su una base
cimiteriale del VI sec da maestri comacini e campionesi che si
susseguirono nei lavori, fu completato nel ‘500 e conserva il
Crocifisso davanti al quale furono promulgati i decreti del
Concilio. Nella piazza antistante, ornata dalla settecentesca
Fontana del Nettuno, si affaccia anche il duecentesco Palazzo
Pretorio con le sue bifore e trifore che ospita il museo del
Duomo con i suoi magnifici arazzi fiamminghi del ‘500, altari
intagliati, tavole, dipinti e reperti del Concilio.Dopo ampio
ristoro con piatti tipici regionali ed ottima birra artigianale
locale, il tour prosegue con la visita al “Muse”, Museo
delle Scienze di Trento che ha attratto l’attenzione dei
congressisti per circa due ore e mezzo per l’ottima struttura
organizzativa e conservativa. Non si è trattato del solito
museo
classico, un
luogo, cioè, dove il visitatore sfila davanti a reperti in
vetrina. Ideato dall’architetto Renzo
Piano,
l’allestimento prevede oggetti esposti sospesi con
cavi sottili. L’effetto è scenografico: tavoli, ripiani,
pannelli, monitor e foto, alternati a rettili volanti di ogni
genere sono agganciati al soffitto o al pavimento con tiranti
d’acciaio e sembrano fluttuare nell’aria. L’allestimento,
chiamato il “Grande
vuoto”, unisce i sei piani ed è anche arricchito
da effetti sonori. Al quarto piano il grande tunnel “Esperienza
glaciale” è costituito da uno spazio
multivisione lungo 10 metri all’interno del quale il visitatore
si trova a vivere l’esperienza del volo sopra le Alpi,
l’esperienza delle discese mozzafiato lungo pareti estreme ed
anche quella terribile delle valanghe. Ciò grazie ai filmati a
360° che ricreano tali situazioni arricchite da effetti dolby
surround. Vicino al
tunnel, sempre al quarto piano, c’è un “ponte
attrezzato”: un
percorso di alta montagna con roccia e ghiaccio vero;
un’esperienza da brivido che coinvolge tutti i sensi, dato che
la prospettiva è libera sui 5 piani sottostanti. Al terzo piano,
il “Labirinto
della biodiversità”, dedicato
al bosco, dà modo al visitatore di affacciarsi su diversi
panorami alpini per toccare con mano i diversi eco-sistemi che
li caratterizzano. Accanto, la “Discovery
room” accoglie
gli ospiti più piccoli (4/8 anni): uno spazio attrezzato li
aiuterà a scoprire il mondo naturale attraverso tutti i sensi.Al
primo piano, la “Time
machine”: una
grotta multimediale con all’interno le scene di vita preistorica
rappresentate sia sulle pareti che sugli schermi posti al
centro: qui, illuminato da un suggestivo fuoco, viene ricreato
un rito sciamanico ambientato nel sito preistorico di Riparo
Dalmeri (santuario della preistoria alpina risalente a circa
tredici mila anni fa).
Tantissimi i laboratori di ricerca dove
ci si può anche intrattenere con gli esperti per essere
accompagnati alla scoperta di fenomeni scientifici e naturali.Si
riparte alle 18:00 da Trento per la “Valle dei Laghi”:
Vezzano, il Lago di Santa Massenza, il Lago di Toblino, il Lago
di Cavedine ed il Biotopo Marocche di Dro. Rientro, infine,
nella gradevole Arco stanchi ma ampiamente soddisfatti e
riconoscenti verso organizzatori ed accompagnatori. |