Still life : cos'è e come si fa

 

                    

 

di Matteo Savatteri  

 

L'espressione still life si può tradurre correttamente in natura morta. Quindi uno still life non è altro che la

 ripresa di uno o più oggetti, non importa di quali dimensioni. Per lo più si tratta di piccoli o medi oggetti: gioielli, soprammobili, posate, cristalleria,frutta ecc.Una specializzazione dello still life è la ripresa di piatti cucinati: un soggetto interessante e difficile. Riassumere in poche righe cos'è uno still life e come si esegue, è praticamente impossibile. È un genere dove la composizione è molto importante, così come la padronanza delle luci.La composizione degli oggetti nella inquadratura è un'arte molto difficile, perché dipende in massima parte dal gusto del fotografo, unitamente alle eventuali esigenze del cliente che ha commissionato la foto, e che vuole il suo prodotto evidente con immediatezza. Questo complica ancora più le cose. Rimane comunque il fatto che una buona composizione, come ebbe a dire Weston, « non può essere insegnata, perché dipende dalla maturità del fotografo». Più semplice imparare una buona tecnica riguardo alla disposizione delle luci, che nello still life è importantissima.

L'oggetto, o gli oggetti, da fotografare debbono essere resi sia nella loro forma, che nelle loro tonalità di colore; le ombre, pur modellando i volumi, non debbono essere mai troppo fonde, e prive di particolari leggibili.Ombra e luce sono gli elementi fondamentali per un buon stili life, e debbono essere studiati accuratamente, in realizzazione all'oggetto ripreso, e al significato che gli si vuoi dare. La soluzione di luce più semplice, e spesso le tecniche più semplici sono anche le migliori, specie per un fotografo alle prime armi. Comprendono luce diffusa principale, una secondaria di schiarita.

Eventualmente si può aggiungere una luce d'effetto, per particolari esigenze. Molto spesso la luce principale è prodotta da un bank, quella secondaria da un pannello diffusore bianco, oppure riflettente argento. Altre volte, ancora, interessanti colpi di luce si ottengono riflettendo la luce principale con piccolo specchio.In ogni modo è indispensabile che gli oggetti non producano antiestetiche doppie ombre.

Particolari difficoltà sono presentate dagli oggetti di vetro trasparente, o da quelli metallici lucidati a specchio.È molto difficile padroneggiare i riflessi. Una buona soluzione, per gli oggetti specchianti se non si vuole che riflettano quanto sta loro attorno, dal fotografo all'arredamento della sala di posa, sta nel porli dentro un «cono di luce».È un vero e proprio cono, realizzato in materiale traslucido, e illuminato tutt'attorno dall'esterno. Mediante un piccolo foro si introduce l'obiettivo della fotocamera nella posizione più adatta per la ripresa, inquadrando l'oggetto posto al centro del cono. Questo, rischiarato dall'esterno in maniera uniforme, diffonderà la luce in modo da eliminare riflessi indesiderati. Per dare rilievo al soggetto, e delinearne meglio i volumi, alcuni introducono all'interno del cono, dei cartoncini grigi che, riflettendosi sulle superfici lucide, ne modellano la forma.

In luogo del cono di luce si può anche usare una tenda semicircolare, che copra totalmente gli oggetti, posti sullo sfondo desiderato. Anche in questo caso gli illuminatori vanno posti all'esterno della tenda. Nella posizione migliore va poi ricavato in essa un piccolo foro per l'obiettivo.L'industria moderna comunque produce delle ottime attrezzature a forma di tavolo ricoperto di Perspex. Una corretta illuminazione di questo tavolo fornito di piano e schienale permette la perfetta realizzazione di una ripresa stili life priva del tutto di ombre.Ed inoltre questi tavoli hanno la possibilità di montare dei fondini colorati che creano il classico effetto dello sfumino tipico dei grandi servizi pubblicitari.