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3° CONCORSO AUDIOVISIVI UIF 2023
Anche il 3° Concorso di Audiovisivi indetto alla Unione Italiana Fotoamatori per l’anno 2023 si è concluso in maniera positiva anche per la qualità delle opere pervenute dai trenta partecipanti. La Giuria, composta da Lino Aldi (Esperto di Audiovisivi), Carlo Ciappi (Docente e promotore delle Arti fotografiche) e Franca Cauti (Docente di Audiovisivi ed esperta di fotografia), in data 21 dicembre 2023 si è riunita in videoconferenza per confrontarsi e decretare i vincitori del concorso. Si premette che ai singoli giurati sono stati trasmessi anzitempo tutti gli audiovisivi pervenuti per una visione accurata per poi confrontarsi in una seduta comune tramite videoconferenza.
Segretario di giuria Franco Calabrese. La Giuria, dopo aver esposto le valutazioni e dopo una accurata analisi e discussione delle opere pervenute, di comune accordo è pervenuta alla seguente conclusione:
 ASSEGNARE E SEGUENTI PREMI
1° Premio a CECCARELLI SANDRA con l’opera “…E SE FOSSERO STATE DONNE?”
2° Premio a BENVENUTI ENRICO con l’opera “MOMENTI DI INTIMITA’ DOMESTICA”
3° Premio a FERRANDELLO FRANCESCO PAOLO con l’opera “NEBBIA”
SEGNALARE COME MERITEVOLI
DEL GHIANDA FABIO con l’opera “DA PUNO A CUSCO”
ZUNINO LORENA con l’opera “L’URLO”
La Giuria ha ritenuto di non escludere nessuna delle opere pervenute e sottoposte al vaglio della stessa ritenendole tutte valide. Di seguito le motivazioni della giuria alle opere premiate e segnalate:
PRIMO PREMIO A SANDRA CECCARELLI con l'opera: “...e se fossero state donne?”
È sicuramente complesso mettere insieme le caratteristiche occorrenti per poter produrre un buon audiovisivo fotografico, con del materiale prettamente fotografico senza ausilii altri come quello che ha meritato il presente riconoscimento. Ma sono molteplici le qualità che vanno a comporre questo buon lavoro, non ultima la simbologia chiamata in causa, poi l'originalità di quanto raccontato, la sorpresa finale che non guasta mai e, infine, la buona fotografia. Quanto la nostra autrice ci presenta è una originale rivisitazione del Fatto dei fatti per antonomasia e lo fa con la cura di ogni particolare, non trascurabile la confezione dei costumi impiegati, la stessa scelta delle attrici è stata accurata per i riferimenti a cui si riferisce la scena in corso di visione. Allora oggetti/simbolo come ad esempio la spada, notoriamente arma maschile, ben si adattano a volti e mani più gentili come si può dire della sega da falegname, ma se ne aggiungono altri più adattabili, anzi sicuramente, al mondo femminile come le chiavi, I famosi denari, la conchiglia e quel pesce che è simbolo di vita e di fecondità che ben si trasferisce anche sul piano spirituale e ben si accomuna a un senso di saggezza, quella che si matura nella donna. L'autrice ha curato la drammaturgia in un crescendo di realtà in avvicinamento al finale inusitato, sì fino a quello che lei ha pensato per stabilire quei parametri ideali per la rivoluzione di quel Fatto, ma sorprendendo anche con un interrogativo ulteriore come ultima scena. Questa piccola lettura a seguito della visione sembrava doverosa dopo aver riconosciuti tutti i crismi che hanno portato al compimento di un buon prodotto, meritevole di distinguersi nel difficile mondo dell'audiovisivo fotografico.
SECONDO PREMIO A ENRICO BENVENUTI con l'opera “Momenti di intimità domestica”
È sicuramente l'originalità del soggetto scelto a colpire lo spettatore, vuoi per quella sceneggiatura particolare a cui si è affidato l'autore, vuoi per l'originale tecnica impiegata per mettere su un'opera singolare per più aspetti. Quanto avviene tra le mura domestiche talvolta è trascurato, ma il nostro attento autore ne ha colto, sapendolo fare, alcuni attimi di funzioni per quelle azioni più delle volte passate inosservate. Le riprese che compongono l'intero lavoro sono effettuate in modalità soggettiva, sempre cosa godibilmente originale, specialmente quando si vedono riprese rappresentate in maniera desueta, come appunto le soggettive. Allora vediamo un'inquadratura effettuata dal dentro di un porta cosmetici, ma anche dal cuore di un libro, dal dentro il cestello della lavatrice e via via tutte le buone rappresentazioni che il lavoro ci offre. In tutta l'opera si avvicendano figure di donna tutte diverse tra di loro, come in fondo è la normalità di una casa normale, intente ognuna nel loro operare negli orari più normali in cui certe azioni si debbano svolgere, anche in questo l'autore è stato preciso e attento alla normale e credile cadenza. Abbiamo iniziato parlando di originalità, è vero, qualità che troppo spesso l'andiamo a cercare in posti reconditi e lontani, non immaginiamo che ci sono opere da riprendere a metri zero, con molta innovazione stilistica e freschezza fino a meritare il premio che ha meritato questa opera, proprio in questa manifestazione di specialità fotografica.
TERZO PREMIO A FRANCESCO PAOLO FERRANDELLO con l'opera “Nebbia”
In quel velo che la nebbia appone sugli occhi, in quel silenzio ovattante che magari stordisce un po', in quelle dimensioni dilatate o accorciate, quando siamo tra le braccia di questa strana sorella ci abbandoniamo e tendiamo ad isolarsi, chiudersi per quanto tempo è sufficiente affinchè si ritrovi un po' di noi stessi. In quelle immagini di cose che ci balzano davanti quasi all'improvviso, rivediamo scene di altre stagioni, forse di quelle quando tutto era una sorpresa e respirare la nebbia era un gioco. Il nostro autore ha rappresentato, in questa opera, una passeggiata in compagnia di se stesso, mentre sotto le scarpe rullano i sassi e le erbe seccate dal gelo. Il nostro fotografo ci racconta, in questa opera, la sua poesia, solo la sua, perchè la poesia non si può generalizzare e, davanti alle visioni che ci mostra, ognuno la sente vibrare in modo diverso. Il lavoro è pulito e scorrevole, la scelta di produrlo in verticale non semplifica la situazione, sappiamo bene che la visione verticale è abbastanza poco comune nel mondo dell'audiovisivo, in effetti le immagini vengono lette con più lentezza, ma ciò non squalifica certo le bontà del lavoro.
SEGNALAZIONE DALLA GIURIA A FABIO DEL GHIANDA con l'opera “Da Puno a Cusco”
Sono molte le realtà che i solerti fotografi viaggiatori riescono a mostrarci, farci vivere delle sensazioni da loro provate tramite le loro immagini, in questo caso col loro audiovisivo. L'elegante diario componente il nostro audiovisivo ci regala un recente spaccato del Perù e lo fa cercando di mostrare quanto incontrato nel lungo viaggio, nei tanti chilometri percorsi necessari per arrivare dall'una all'altra località di cui al titolo dell'opera. Come se fossimo vicino al vetro del finestrino di un pullman vediamo scorrere la vita del Paese con i suoi colori e caratteristiche, la tradizione e qualche evidente innovazione. Il lavoro è esaustivo e racconta tramite una buona fotografia.
SEGNALAZIONE DALLA GIURIA A LORENA ZUNINO con l'opera “L'urlo”
L'amore per la natura, almeno sembra, ha mobilitato l'autrice a produrre questo lavoro illustrando ai fruitori i disastri di un forte maltempo, i cadaveri degli alberi a terra, ma l'uomo interviene restituendo, anche senza vita, delle sembianze a quei tronchi ormai in balia del tempo. Si mettono in moto martelli e subbie per sgrossare i poveri tronchi e dar loro sembianze tramite mani abili e appassionate. Sarà allora una nuova dimensione del bosco, ci saranno volti a far compagnia in una nuova passeggiata, l'uomo ha saputo ascoltare l'urlo del bosco e gli ha voluto dare una parvenza di espressione nuova.

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