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                                                                                Roberto Baroni
                                                                                Piombino
                                                                                Provenza toscana
                                                                                Fotografare l’Arte e, in questo caso, anche l’artista
                                                                                che ne pratica il fascinoso percorso. Buona l’idea
                                                                                e convincente l’assetto compositivo demandato al
                                                                                buon taglio dell’inquadratura. L’occhio legge da si-
                                                                                nistra verso destra l’ordinato campo delle piantine
                                                                                di lavanda e l’azione del pittore che ne interpreta
                                                                                la fragranza estetica. Altre componenti di contorno,
                                                                                lo sfondo collinare, querce e piante di mais. Ben
                                                                                resettato allora lo spartito, ma non tutto, a mio pa-
                                                                                rere, sembra filare per il verso giusto sul versante
                                                                                della musicalità, in considerazione soprattutto del-
                                                                                la disposizione delle note. Cosicchè i bei fiori di
                                                                                lavanda, che peraltro hanno suggerito giustamen-
                                                                                te a Roberto il titolo della foto, denotano scarsa
                                                                                definizione e quella brillantezza che avrebe potuto
                                                                                rendere un po’ più viva la scena. Una pennellata di
                                                                                colore un po’ più di luce....no?


       Daniele Romagnoli
       Ferrara
       Cantiere navale Dhaka
       Quando  si  dice  “immagine  d’effetto”,  ovvero  quella
       rappresentazione,  nel  nostro  caso  fotografica  che,
       a vario titolo, per le sue incisive peculiarità tecniche
       e/o concettuali, sortisce nel fruitore attenzione e par-
       tecipazione emotiva. L’interessante scatto di Daniele
       Romagnoli ci porta ai grandi cantieri navali di Dac-
       ca, in Bangladesh, la regione più popolosa dell’Asia
       meridionale  orientale,  assoggettata  peraltro  a  un
       tasso di povertà tra i più alti del pianeta. Commuo-
       ve la presenza della dimessa creatura “incastonata”
       tra le imponenti fiancate di due navi poste a costitu-
       ire un profondo tunnel a cielo aperto. Tra tanta tetra
       discrepanza dimensionale, l’azione ristoratrice di un
       ben gradito raggio di luce. E direi proprio che sagace
       gestione della luce ed essenzialità compositiva siano
       i pezzi forti di questa toccante foto.

                                                                                Giuseppe Falco
                                                                                Mantova
                                                                                Il guardiano
                                                                                Davvero una bella immagine a impronta “vedutisti-
                                                                                ca” attinente alla parte storica della virgiliana Man-
                                                                                tova, esente da quell’effetto “cartolina” che spesso
                                                                                pone in essere parvenze estetiche fini a sè stesse
                                                                                e non i segni del fervore creativo dell’autore. Pun-
                                                                                to di ripresa il lago Inferiore, formato dalle acque
                                                                                del Mincio. A ridosso del lago, al di là del ponte
                                                                                S. Giorgio, il godibile scorcio attenzionato: il com-
                                                                                plesso del Palazzo Ducale con la “Corte Nuova” e
                                                                                il campanile della basilica di S. Barbara, chiesa dei
                                                                                Gonzaga; la cupola della basilica di S. Andrea e la
                                                                                torre della Gabbia. Il felice taglio dell’inquadratura,
                                                                                accorpante  ai  fini  della  composizione  l’imprezio-
                                                                                sente pilone rosso, sulla cui cima ostenta la sua a-
                                                                                pertura alare un verosimile cormorano, e la sagace
                                                                                interpretazione della soffusa quanto “poetizzante”
                                                                                luce del mattino, danno lustro al delicato affresco
                                                                                dell’amico Giuseppe.


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