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                   Reportage                                                  Francesco Casole
               Repor































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                  La Masseria Cippano”
                                                                            p
            pochi chilometri da Otranto (LE), Masseria Cippano è una dei
            tanti  esempi  significativi  delle  masserie  fortificate  edificate
       A nel  sud  Salento  nel  periodo  medioevale,  costruzioni  rurali
       cioè  che  potevano  raggiungere  notevoli  dimensioni,  dove  erano
       alloggiati di stanza i contadini, il gestore (massaro) e alle volte gli
       stessi proprietari terrieri (questi ultimi ai piani alti).La masseria era
       di proprietà dei Marchesi di Casamassella, piccolo territorio a 4 km
       da Otranto il cui araldico sovrastava la scala e la porta d’accesso al
       primo piano ma purtroppo trafugato in tempi recenti lasciando al suo
       posto un foro nel muro.La struttura del XV secolo, oggi in completo
       stato di abbandono, ma in buono stato di conservazione, è situata
       nei  pressi  della  Torre  di  sorveglianza  costiera  Sant’Emiliano,
       nell’omonimo  agro  terriero  da  cui  prende  il  nome.L’edificio
       principale della masseria è alto circa 15 metri ed è munito di una
       scala  esterna  di  accesso  alla  parte  superiore  dell’edificio,  di  un
       ponte levatoio e di un’ampia caditoia per il drenaggio delle acque
       piovane e  per difendersi dal nemico rovesciando olio bollente.
       La  stanza  del  massaro  situata  al  piano  superiore  ha  la  finestra
       rivolta  verso  la  Torre  costiera,  probabilmente  perché  si  viveva
       con la costante paura delle invasioni Turche. Proprio per questo
       motivo nella masseria c’era tutto il necessario per sopravvivere,
       infatti oltre ad un certo numero di cisterne esterne c’erano anche
       delle cisterne d’acqua interne in caso d’assedio, dei silos per gli
       alimenti  e  colombaie  per  i  piccioni  sfruttati  sia  per  la  carne  che
       per  spedire  messaggi.Un  luogo  di  lavoro  e  di  guerra,  arricchito
       con il tempo da ulteriori edifici, magazzini, granai, stalle e da una
       chiesetta, dedicata a Sant’Isidoro (1784) che oggi rappresenta la
       parte più pericolante  dell’intero podere.La  masseria è immersa
       in un paesaggio quasi lunare fatto oltre che da campi di olivi che
       crescono sul terreno roccioso, anche da sentieri impervi delimitati
       da muretti a secco e sormontati da alberi centenari e piante di fico
       d’india,  il  tutto  immerso  in  un  ambiente  salubre  che  sa  di  iodio
       marino e menta piperita.La zona è meta di escursioni a cavallo e di
       sporadici allenamenti di giovani che si esibiscono con le loro moto
       da enduro.

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