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Mostra permanente in ricordo di Nino Giordanostra permanente in ricordo di Nino Giordano
Mo
di Angelo Battaglia
ra le tante iniziative in programma, per ricordare la memoria
del caro Antonino Giordano, maestro della fotografia, scom-
Tparso a febbraio di quest’anno a 87 anni, la prima circoscrizio-
ne del Comune di Palermo, nella figura del vicepresidente Antonio
Nicolao, ha promosso l’iniziativa di dedicare la via dove abitava,
al maestro. E così il 16 Aprile alla presenza del sindaco Leoluca
Orlando, è stata scoperta la nuova targa toponomastica di via Gio-
vanni Di Cristina, dedicata a Nino Giordano, animatore culturale e
sociale dell’Albergheria che tanto ha dato al quartiere con proprie
iniziative sociali e culturali. Il sindaco ha aggiunto (…) che ora pas-
sando per questa via ci ricorderemo di lui, che ha dato tanto alla
città (…) oltre ad un patrimonio fotografico e artistico immenso da
poter riempire un museo per i temi affrontati, fotografati e l’amore
per la città con le sue bellezze artistiche. Presente anche il vice
sindaco Fabio Giambrone che ha ribadito il giusto riconoscimento
ad una persona straordinaria, un modo per conservare la memoria
culturale del quartiere dell’Albergheria con le sue opere. La famiglia
Giordano in questa occasione ha comunicato le prossime iniziati-
ve per ricordare la memoria del proprio caro, con alcune mostre
permanenti. E puntualmente il 30 aprile si è inaugurata presso la
chiesa di San Giovanni Decollato a cura dell’Associazione Culturale
“Parco del Sole” la Mostra Fotografica Permanete dal titolo “I giochi
della solitudine” un tema tanto caro al maestro, che documenta i
giochi dei bambini di strada con la loro inventiva in un’epoca difficile
per la città, ma soprattutto per il quartiere dell’Albergheria negli anni
’80, dove sono state riprese la maggior parte delle scene.
I familiari di Nino Giordano con il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando
Bimbi che si inventano per esempio il gioco con la scopa che diven-
ta un cavallo, spade di legno per combattere, il gioco della campa-
na, il classico aquilone costruito con mezzi di fortuna, o semplice-
mente il falò della spazzatura bruciata o del copertone, che diventa
oggetto di rivalsa nei confronti della società. Documentazione fo-
tografica che il maestro, con la collaborazione della moglie Maria
Pia Coniglio, impegnata nel centro sociale del quartiere di allora,
diventò una interessante pubblicazione che l’Associazione “Il Fo-
togramma” di Palermo nel 2005 ne fece un libro, con l’introduzione
del professor Francesco Carbone, testi di Maria Pia Coniglio e la
presentazione di Padre Cosimo Scordato, un prete artefice instan-
cabile per il quartiere. La mostra permanente voluta dal Presidente
dell’Associazione Culturale “Parco del Sole” il dott. Massimo Mes-
sina, è stata presentata dal consigliere nazionale della U.I.F. Giusi
Rosato, ruolo che Nino Giordano ricoprì per molti anni, oltre alla
carica di segretario Regionale della Sicilia U.I.F. per ben trent’anni
consecutivi, e di Responsabile Nazionale dei Congressi. Nel corso
della manifestazione, la pianista Claudia Costanzo, ha intervallato
alcuni brani che hanno stemperato il clima di commozione che si
era creato con il ricordo dei presenti. Molti i soci e amici, interve-
nuti alla inaugurazione, che con il loro caloroso affetto e vicinanza
alla famiglia hanno dimostrato quanto Nino era voluto bene da tutti,
sempre pronto ad aiutare gli altri con consigli pratici e sostegno
morale, instancabile trascinatore nell’organizzare eventi, mostre
personali (solo le sue oltre 470), collettive, escursioni fotografiche
nei luoghi e borghi incantevoli della nostra bella isola, facendoci
conoscere posti che da soli non avremmo mai visto e grazie anche
alla sapiente pazienza organizzativa della moglie Maria Pia; corsi
fotografici per i giovani, fu lui a creare il gruppo giovani fotografi
alla U.I.F., numerosi reportage, libri fotografici, come il ricordo del
terremoto del Belice nel ’68 e le vittime della mafia e tante altre ini-
ziative. Insomma un’icona della fotografia per passione e iniziative
socio culturali, che hanno fatto di lui “la fotografia”. Grazie Maestro
per tutto quello che hai fatto per noi.
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