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Marina Brancaccio
San Benedetto del Tronto
Piana di Castelluccio di Norcia
Bella e soprattutto “buona” Fotografi a di
paesaggio, direi a prova di “dejavu”, lad-
dove non si prescinda dalla singolarità
operativa di ogni fotografo approcciante lo
stesso soggetto. L’intrigante, ampio, squar-
cio paesaggistico della splendida piana
di Castelluccio, attenzionato da Marina,
denota originalità e sagacia compositiva
per tutta una serie di peculiarità tecniche
e concettuali che ne acclarano l’interesse:
magistrale taglio dell’inquadratura dall’alto,
sapiente interpretazione della luce, accura-
to studio delle geometrie, equilibrio croma-
tico e, dulcis in fundo, coinvolgimento emo-
tivo. Mirabile scenario sospeso tra realtà
e accennata astrazione, accorpante la mi-
croscopica presenza dell’uomo e di alcuni
segni del suo lavoro, assoggettati entrambi
al sontuoso fascino della natura.
Pietro Gandolfo
Chiusanico (IM)
Amore
L’arte del saper discernere. focalizzare,
interpretare, attingendo sapientemente in
questo caso ad uno degli intriganti momenti
“tematici” della quotidianità: l’Amore. Qual-
cosa che nello sviluppo operativo rimanda
rispettivamente a occhio, mente e cuore di
“bressoniana” memoria. Un’emblematica
scena “street” dei giorni nostri, esprimen-
te le eff usioni di una giovane coppia poco
ligia, in un angolo di strada, alle formali-
stiche modalità di maniera. Un momento
intenso e naturale. restituitoci dall’amico
Pietro in tutta la sua fragrante freschezza
espressiva, grazie alla sagace temperanza
coloristica, al sobrio taglio dell’inquadratu-
ra e ai ben colti rifl essi che ne accentuano
parvenza e signifi cazione.
Elisa Poggi
Stella (SV)
Violette di campo
Un davvero godibile esempio, sul piano dei
contenuti, di intrigante “minimalismo” natu-
ralistico. Due intenerenti violette, votate in
tutta semplicità ed essenzialità ad esprime-
re la loro consistente dimensione espres-
siva e comunicativa. La sapiente interpre-
tazione dell’effetto “bokeh” (sfocatura), da
parte della brava Elisa, esalta e nobilita la
delicata e aggraziata scena attenzionata,
così quanto il sobrio e producente taglio
dell’inquadratura. Nitore, colore, eleganza
e vivacità. “Less is more”: dal poco il me-
glio. Semplice a dirsi ma non sempre di
facile attuazione, laddove non sussistano
naturalmente sensibilità e sano gusto della
composizione.
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