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Maurizio Lolli
                                                                                 Marzabotto (BO)
                                                                                 L’albero nudo
                                                                                 Fotografi a all’infrarosso, ovvero esplorazione
                                                                                 dell’invisibile. Tecnica e creatività. Creare median-
                                                                                 te l’ azione e la “manipolazione” delle radiazioni di
                                                                                 luce con lunghezza d’onda superiore ai 720 nm e,
                                                                                 come tali, non percepibili dall’occhio umano. Ca-
                                                                                 ratteristica di dette emissioni è quella di schiarire
                                                                                 tutto quanto contenga clorofi lla, prati e fogliame
                                                                                 in primis. Il convincente risultato lo si evince dalla
                                                                                 godibile fruizione del suggestivo scenario disegna-
                                                                                 to da Maurizio , esprimente un’atmosfera magica,
                                                                                 surreale , per certi aspetti poetizzante e in ogni
                                                                                 caso a forte impatto emozionale. Vedi l’etereo con-
                                                                                 gelamento degli elementi di terra e la drammatiz-
                                                                                 zante dimensione di quelli di cielo, nell’equilibrio
                                                                                 luministico  che attiene ogni buona composizione.






       Pietro Perottino
       Tione di Trento
       Inverno nelle langhe
       Un invitante angolo delle meravigliose Langhe, quel-
       lo propostoci da Pietro Perottino, attinente al basso
       territorio piemontese tra Cuneo e  Asti. Bellezza e
       importanza di un località vitivinicola che nel 2014,
       per le sue caratteristiche di “paesaggio culturale”, è
       stata riconosciuta dall’Unesco  patrimonio mondiale
       dell’umanita.  L’incisivo scatto di Pietro accorpa due
       distinte zone del territorio attenzionato. L’una prossi-
       male , defi nita e dettagliata sul piano contenutistico,
       l’altra distale, più evanescente e suggestiva, costituita
       da un sistema collinare impregnato di leggera e sof-
       fusa foschia. Specifi cità e peculiarità ambientali di un
       lembo di terra interpretato nel segno del sapere prima
       osservare e poi inquadrare, ma anche e soprattutto in
       quello del sapere sagacemente attingere al perpetuo
       divenire della luce.

                                                                                Chiara Manfredi
                                                                                Cuneo
                                                                                S.T.
                                                                                Non ci è dato sapere a quale titolo i personaggi
                                                                                inquadrati sostino nello spazio attenzionato da
                                                                                Chiara. Interpreti di una qualche pellicola in lavo-
                                                                                razione? Personale facente parte del complesso
                                                                                piano organizzativo della vita di Cinecittà, magari
                                                                                in situazione di forzato riposo?. Di certo è che la
                                                                                scritta apposta sullo schienale di una delle sedie
                                                                                ocuppate dalle giovani donne ci comunica che lo
                                                                                scatto è stato operato nella capitolina “fabbrica dei
                                                                                sogni”, e che la presenza delle mascherine riman-
                                                                                da   all’angosciante periodo Covid. Come dire, una
                                                                                corretta inquadratura, quella di Chiara, espressio-
                                                                                ne dell’estemporaneità di un momento fomentante
                                                                                qualche interrogativo ma anche sobriamemte “do-
                                                                                cumentativo” al tempo stesso.






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