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Reportage                                  Ant��i� O�l�nd�


























                      L’aria fresca nel deserto












            ’edificio che ho fotografato si trova a circa 60 km a sud dell’O-
            asi di Kharga, nel deserto occidentale egiziano. Fa parte di
        Lun progetto, voluto nel 1963 dall’Amministrazione per lo svi-
        luppo delle aree desertiche, che prevedeva la realizzazione di un
        intero villaggio per una comunità rurale composta da duecentocin-
        quanta famiglie, ma la sua realizzazione venne interrotta a causa
        dello scoppio della guerra con Israele nel 1969 e mai più ripresa.
        L’autore è Hassan Fathy, considerato l’architetto egiziano più im-
        portante del XX secolo. La geometria dell’impianto planimetrico
        del villaggio è articolata intorno ad un nucleo centrale composto
        da diversi servizi pubblici e da aree destinate alle residenze. Il di-
        segno è organizzato secondo una successione di strade principali
        e secondarie che si articolano in vicoli, passaggi e piazze le cui
        morfologie scaturiscono dall’attento studio delle zone d’ombra e
        dei flussi d’aria, perseguendo l’esigenza di dare risposte convin-
        centi a problemi di natura climatica tipici delle zone desertiche. So-
        lo alcuni edifici vennero realizzati utilizzando mattoni di terra cruda
        e paglia essiccati al sole e metodi costruttivi legati alla tradizione
        degli antichi villaggi nubiani,  scelte che oggi possiamo definire
        perfettamente sostenibili. I pochi edifici realizzati non furono mai
        utilizzati e sono probabilmente destinati a scomparire nella sabbia.
        L’edificio oggetto del rilievo fotografico è quello che doveva svol-
        gere la funzione di mercato. È particolarmente interessante sia dal
        punto di vista architettonico, sia per la capacità di attuare una so-
        luzione esemplare per il controllo climatico. Nell’idea di progetto
        doveva essere luogo di deposito dei prodotti agricoli della comuni-
        tà, doveva essere composto da spazi con temperature abbastanza
        fresche da garantire la conservazione dei prodotti in attesa del-
        la vendita. Secondo la volontà dell’architetto, gli spazi dovevano
        essere raffrescati senza l’uso di sistemi meccanici. Il modo per
        superare il problema della temperatura proibitiva del deserto è ot-
        tenuto attraverso un attento e approfondito studio di soluzioni com-
        plesse che si basano sull’articolazione delle forme architettoniche
        e nell’applicazione dei principi della fisica, che garantiscono una
        costante ventilazione. Le prese d’aria, dette malqaf, che hanno lo
        scopo di catturare i venti dominanti provenienti da nord sono poste
        nella parte alta dell’edificio e convogliano l’aria che si raccoglie
        verso la parte bassa dell’edificio arrivando al seminterrato, luogo
        di deposito dei prodotti agricoli.
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