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Maria Giovanna Quaranta
Villa San Giovanni (RC)
Giuseppe
Una foto che avrebbe riscosso perentorio succes-
so presso un’ importante manifestazione del pas-
sato, “Mani e Gestualità”, organizzata dallo storico
circolo FIAF “Aternum Fotoamatori abruzzesi” di
Bruno Colalongo. Tanta è, in questo caso, l’espres-
sività eff usa dalla dimensione mimico-posturale di
Giuseppe, coinvolto con tutti i suoi compagni di
classe in uno stage fotografi co ideato dalla loro
insegnante di Musica e, in questo caso, abile foto-
grafa di scena, professoressa Quaranta. Mani che
esprimono, mediane un eloquente gesto di saluto,
cordialità, colore ed anche determinazione, in ri-
gorosa ottemperanza a quel “fallo e basta” in bella
evidenza sulla maglietta del ragazzo. Impeccabile
sul versante compositivo, l’interessante scatto di
Maria Giovanna testimonia della naturale
Foto pubblicata con liberatoria firmata dai genitori del ragazzo empatia intercorrente tra diligente fotogra-
fa e volitivo “modello”. Non è poco.
Marco Baraldi
Doddo (FE)
Parcheggio
Qualcuno dice che è buona fotografi a quella che sa
fomentare un’emozione, a prescindere da qualche
errore tecnico di troppo. Al sottoscritto, non di certo
fautore degli esasperati tecnicismi, piace operare una
netta distinzione tra “errore” e il concetto di “fi siolo-
gica imperfezione”. Un non corretto taglio dell’inqua-
dratura, come nel caso di questo pur dignitoso scatto
di Marco, attenta alla dimensione estetica, e quindi
emozionale della composizione. Antiestetici mi paiono
lo sfuocato “pettine” della gondola, in primo piano, e la
non ortodossa orizzontalità del piano di fondo. Buona
l’idea di aver prospettato il tutto attraverso l’adozione
di un incisivo bianco e nero, a dispetto delle ricorrenti,
stereotipate immagini a colori inerenti alla tematica in
oggetto.
Giorgio Paparella
Savona
Astrazioni urbane
Siamo nel cuore della “Dèfense”, il noto centro
commerciale a Ovest di Parigi, “popolato” di grat-
tacieli e pregno di vita. L’occhio vigile di Giorgio at-
tenziona un’opera metafisica colorata di rosso e di
blu, espressa da una vetrina sulla quale convergo-
no i riflessi delle svettanti costruzioni circostanti ed
anche di una parte di cielo, come a dar respiro al
tutto. Sapiente disamina della luce e oculato taglio
dell’inquadratura colgono una dinamica quanto e-
stemporanea dimensione astrattiforme della realtà
urbana. Geometrie, fughe prospettiche, macchie
di colore….ovvero, verrebbe da dire, campo appe-
tibile per il fotografo che ami adire con curiosità
e spirito creativo ai temi meno convenzionali del
reale.
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