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Reportage                                    L�i��n� P�i���




























                Il bosco magico delle Marche







              ella Riserva naturale regionale del monte San Vicino e del monte   In provincia di Macerata, a circa 1000
              Canfaito, in provincia di Macerata, a circa 1000 metri di altitudine, c’è   metri di altitudine, c’è un altopiano con
        Nun altopiano con ampi prati, un sentiero, e un bosco fitto costituito da   ampi prati, un sentiero, e un bosco fitto
        grandi alberi: la faggeta di Canfaito. L’atmosfera della faggeta è quasi magi-  costituito da grandi alberi: la faggeta di
        ca. Ricca di alberi secolari e di piccola fauna appenninica, è il luogo perfet-  Canfaito.Al suo interno si può ammira-
        to per entrare in contatto con la natura e goderne appieno. Soprattutto nel   re il faggio più vecchio che, con i suoi
        periodo compreso tra fine ottobre e novembre, la faggeta si tinge dei colori   500 anni, è il più vecchio di tutta la re-
        caldi dell’autunno e diventa strepitosa, impossibile non rimanervi incantati.  gione.Il luogo,ricco di fascino,è meta
        Durante il periodo estivo la faggeta è attraversata al tramonto da gruppi di   continua di fotografi.
        vacche marchigiane, che attraverso di essa tornano dai pascoli. Essendo
        abituate  alle  persone,  è  possibile  rimanere  nella  faggeta  al  momento  del
        loro passaggio, cogliendo l’occasione per ammirarle in tutta la loro maesto-
        sità. Legato ai miti e alle leggende della Grecia Classica, il faggio nell’antica
        Roma era l’albero consacrato a Giove. Celti e Germani consideravano la
        faggeta alla stregua di un luogo sacro popolato da ninfe e fauni, spiriti pagani
        sfrattati con l’avvento del Cristianesimo che fece dell’albero il simbolo della
        vita. Ecco, addentrandosi nella faggeta di Canfaito si percepisce il sacro e il
        profano che ancora abitano al suo interno. E’ interessante l’etimoligia: Can-
        faito per i più deriva dal latino “Campum Faitum” e significa “campo di faggi”
        cioè terreno di faggi. Non c’è nome più adeguato per esprimere con una sola
        parola tutto ciò che si prova ad immergersi nella più grande concentrazione
        di super faggi delle Marche. In genere ogni passeggiata inizia con un saluto
        al faggio più vecchio che, con i suoi 500 anni, è il più vecchio di tutta la re-
        gione. Ha una circonferenza di 6 metri e mezzo e un’altezza 25 metri con una
        chioma di almeno 20 metri: un gigante con la radice a forma di chiocciola che
        gli gira intorno, circondato da esemplari di oltre 300 anni.Sul “re di Canfaito”,
        le parole di don Eugenio Angeloni, arciprete del Capitolo della Cattedrale di
        San Severino cui appartiene la faggeta: “II Faggio in questione non ha una
        storia specifica, anche perché fa parte di una splendida faggeta, in cui però
        domina in quanto è un po’ più grande degli altri; è un sovrano in mezzo ai
        giganti; mentre la storia è ampia e documentata per quanto concerne la zona
        preappenninica, in cui la faggeta si distende e che trova in San Vicino (1480
        mslm) la cima più alta. Conversando con i turisti che vengono sul Canfaito
        son solito dire che il faggio in questione fa da confine tra un’amministrazione
        e un’altra. Infatti, nel 1486 l’azienda che era stata per tanti secoli di proprietà
        dei monaci fu donata da Innocenzo VII al Capitolo della Cattedrale di San
        Severino. Ebbene, questo faggio potrebbe risalire a quell’epoca? È una mia
        supposizione, certamente non suffragata da uno studio botanico accurato,
        ma che non dovrebbe essere molto lontana dalla realtà”.
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