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ReportageReportage Fabio Medici
Le saline di CerviaLe saline di Cervia
e origini del sale di Cervia si perdono nell’antichità. Qualcu- I partecipanti al 34° congresso nazionale UIF
no le ricollega alla presenza etrusca, da cui si presume che
Ltragga origine anche il nome “acervus” in latino significava hanno avuto l’opportunità di visitare le saline
infatti “ cumulo”, altri alla colonizzazione greca citando, a soste- di Cervia le cui origini si perdono nella notte
gno di tali tesi, il vecchio toponimo di Cervia “Ficocle”, di sicura dei tempi. Ai tempi dei romani la produzione
origine greca. Quello che è certo, comunque, è che già ai tempi del sale in queste zone era florida e fonte di
dei romani la produzione del sale in queste zone era florida e fonte
di ricchi commerci. Nel 2015 in occasione della costruzione della ricchi commerci.
rotatoria all’intersezione della SS16 Adriatica con la SP 254 Cer-
vese, sono stati riportati alla luce degli oggetti di epoca romana.
Gli scavi archeologici hanno consentito la riscoperta di una salina.
L’impianto di estrazione riportato alla luce è uno dei pochissimi do-
cumentati archeologicamente datati nel bacino del Mediterraneo.
Nel medioevo, il sale di Cervia è fondamentale per l’economia di
tutta la Romagna, nella Marca Anconitana e di alcune zone del-
la Lombardia. L’espansione prosegue occupando, via, via, baci-
ni sempre più ampi. La crescita dei bacini è tale che, nel 1698,
l’antico borgo di Cervia, ormai insidiato dalle acque, deve essere
“smontato” e ricostruito di sana pianta a due chilometri di distanza.
Il sale chiamato “oro bianco” aveva un tempo un valore strategico,
in quanto prodotto che veniva utilizzato come moneta di scambio,
era l’unico materiale in grado di conservare i cibi e costituiva la
paga dei soldati (da cui il termine “salarium”), e per i diversi tipi
di lavorazioni (pelli vetro ceramiche). Più di recente, un’altra data
fondamentale della storia delle saline è il 1959, quell’anno la pro-
prietà delle saline passa ai Monopoli di Stato e, contestualmente,
la direzione decide di trasformare i circa duecento bacini saliferi, a
raccolta multipla, in un unico specchio d’acqua, dove effettuare la
raccolta solo una volta e con mezzi meccanici, secondo il metodo
cosiddetto “francese”. La macchina per la raccolta del sale è lun-
ga circa 126 metri con una lama (fresa) taglia il sale staccandolo
dal fondale dalla vasca, lo deposita su di un nastro trasportatore,
che lo trasporta sino ad un macchinario detto “lanciatore”, che lo
riversa su dei vagoncini. Una volta riempiti i vagoncini trainati da
un piccolo locomotore, viaggiando su dei binari trasportano il sale naturale, garanzia di salubrità e di naturalezza Nel 1998 la salina
sul piazzale, formando le caratteristiche montagne di sale. Il sale di Cervia smise di funzionare per alcune decisioni governative.
viene lasciato sgocciolare ed asciugare dall’acqua, per poi l’anno Solo dopo alcuni anni, il comune decise di ripristinare la produ-
successivo lavorato. Il sale di Cervia è un sale integrale marino. Il zione del sale creando la Società di Gestione del Parco della
Sale Dolce di Cervia non viene frantumato o macinato. Non pre- Salina di Cervia. In quest’associazione sono coinvolti salinari e
senta antiaggreganti, né sbiancanti, e non viene essiccato in forni. volontari che lavorano il sale con attrezzature artigianali e ri-
Ecco perché mantiene la sua umidità tipica e il suo colore spettando l’ecosistema del Parco Naturale. Tutto per difendere e
preservare le millenarie tradizioni.
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