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ReportageReportage                 Francesco P.Ferrandello































                          Cibo di strada, i trippai di Firenzeibo di strada, i trippai di Firenze
                          C








            ’è quello col panino e la mollica, quello un po’ più cotto, quello   Nel capoluogo toscano sono molto cono-
            molto piccante. È il lampredotto, il cibo di strada per eccellen-  sciuti ed apprezzati dai fiorentini i “trip-
       Cza di Firenze, l’abomaso, il quarto e ultimo stomaco del bovino.   pai”. Sono quelle persone che vendono il
       Ognuno ha il suo riferimento, il trippaio di fiducia. È impossibile stilare   cibo  per  strada  chiamato  “lampredotto”
       classifiche perché andare dal trippaio x o y è un insieme fatto di pre-  che  è  l’abomaso  cioè  il  quarto  e  ultimo
       ferenze, abitudini, simpatie, amicizie. Il lampredotto viene servito con
       sale, pepe, salsa verde e piccante, se piace, e questo è il lampredotto   stomaco del bovino. Viene servito con il
       standard. Ma esistono variazioni non meno buone: in inzimino (con bie-  panino e la mollica con sale, pepe, salsa
       tole in umido), alla cacciatora, all’uccelletto (con salsiccia e fagioli), con   verde e piccante oppure con salsiccia e
       porri, carciofi. Il panino, detto in fiorentino i’ semelle, viene bagnato nel   fagioli. Ma esistono molte altre variazioni
       brodo di cottura del lampredotto, la classica inzuppata; può essere in   con nomi curiosi: “semelle”, gala”, “span-
       versione solo con la “gala” o solo con la “spannocchia” o mista a se-  nocchia”.  I  trippai  stazionano  in  Piazza
       conda che si preferisca la parte carnosa o quella più simile alla trippa.    del Mercato  di fronte la fontana del por-
       Per non sminuire nessuno, per quanto detto di come sia difficile stilare   cellino.
       classifiche e non ultimo per mia esperienza vi parlerò di uno dei trippai
       fiorentini più famosi, proprietario di un banchino storico e che offre un
       prodotto gustoso e di qualità. È in Piazza del Mercato Nuovo proprio
       di fronte a uno dei monumenti più popolari di Firenze: la Fontana del
       Porcellino, situato a margine della loggia del Mercato Nuovo. Una cu-
       riosità, simile nei contenuti ad altri monumenti in tutta Italia, è che la
       tradizione popolare vuole che toccare il naso del Porcellino porti for-
       tuna. Però, la procedura completa che porterà il beneficio consiste nel
       mettere una moneta in bocca al Porcellino dopo averne strofinato il na-
       so: solo se la monetina cadendo oltrepassa la grata dove cade l’acqua,
       porterà fortuna. Il Trippaio del Porcellino è uno degli storici banchini del
       centro di antica tradizione, inizia la sua attività a fine ‘800 inizi ‘900 e
       viene tramandata di generazione in generazione. Attualmente è gestita
       da Orazio Nencioni e lo aiuta il figlio che probabilmente prenderà un
       giorno il suo posto.
       Mi racconta Orazio Nencioni che da giovane non voleva lavorare nel
       chiosco de Il Trippaio del Porcellino insieme a suo padre e a servire uno
       dei lampredotti più antichi della città, lui studiava per diventare orafo.
       Nel tempo però Orazio si stanca del lavoro di orafo, sempre chiuso
       in una camera e, soprattutto senza il contatto con il pubblico. Allora
       abbandona il cesello, indossa il grembiule ed eccolo lì in Piazza del
       Mercato Nuovo, a continuare la tradizione.
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