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M a n t o v a , l a c i tt à “ i d e a l e ”
Mantova,la città “ideale”
nche se il racconto della fondazione di Mantova che Dante “Fer la città sovra quell’ossa morte;e per colei
riporta nell’Inferno è solo una leggenda, forse un omaggio che ’l loco prima elesse,Mantua l’appellar
Aa Virgilio, sua guida e guarda caso mantovano doc, che pri- sanz’altra sorte.”Inferno, XX, 91-93
ma di lui la narrò nell’Eneide, le prime tracce di insediamento sulle
rive del Mincio, secondo le ultime stime, sono davvero antiche:
oltre 3200 anni fa.Poco o nulla però è rimasto di precedente all’an-
no 1000 e il centro storico è essenzialmente il nucleo della città
comunale, ampliato dalle successive signorie. Per alcuni decenni
Mantova è governata dai Bonacolsi cui, nel 1323 dopo una sangui-
nosa battaglia di piazza, subentrano i Gonzaga. Durante il loro re-
gno, Mantova acquisisce fama in tutte le corti europee per lo sfar-
zo e la bellezza dei suoi palazzi e per la ricchezza della collezione
artistica accumulata, in gran parte purtroppo dispersa già prima
della caduta del casato, venduta dagli stessi duchi, per necessità
di cassa, distrutta o trafugata. Il lascito alla città è comunque vivo e
importante: è sufficiente visitare il complesso museale di Palazzo
Ducale e lo splendido Palazzo Te, residenza estiva, per toccarlo
con mano. Non solo però, anzi l’impronta più significativa, che ca-
ratterizza il centro cittadino odierno, è il raffinato sviluppo urbani-
stico e architettonico, ispirato al concetto rinascimentale di “Città di numerosi eventi e festival in vari ambiti della cultura e dell’arte
Ideale” che non si limita alle più note se pur belle Piazza Sordello e tra i quali spiccano “Festivaletteratura” e “Trame Sonore – Manto-
Piazza Erbe, ma coinvolge le vie meno conosciute, gli stretti vicoli, va Chamber Music Festival”, entrambe manifestazioni di livello in-
le piccole e intime piazzette, entro un perimetro agevolmente per- ternazionale e “SEGNI New Generations Festival” dedicato ai più
corribile a piedi o, se proprio si ha molta fretta, in bicicletta. Con piccoli. Grazie a questo fermento, Mantova ha sfiorato la nomina
l’uscita di scena dei Gonzaga nel 1707, Mantova piomba per secoli a Capitale Europea della Cultura 2019, superata però da Matera,
nell’anonimato della provincia, pur conoscendo un vivace periodo ed è stata Capitale Italiana della Cultura 2016. Da ricordare anche
di sviluppo urbano durante la stagione austriaca. Solo nel secon-
do dopoguerra, proprio grazie alla riscoperta del tesoro storico-ar- che Mantova e Sabbioneta, altra “Città Ideale” gonzaghesca, sono
tistico, la città rialza gradualmente la testa. Il turismo, inizialmente inserite nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
artigianale e declinato nella forma “mordi e fuggi” delle gite sco- Alla signoria dei Gonzaga si lega strettamente anche la famosa
lastiche e delle domeniche fuori porta, si evolve in una vera indu- gastronomia: tortelli di zucca, sorbir d’agnoli, pollo alla Stefani,
stria, grazie anche alla vicinanza del Lago di Garda e di altre note luccio in salsa, mostarda mantovana, torta sbrisolona erano i ci-
città d’arte come Verona e Venezia, fornendo alla città una nuova bi di lusso serviti nei banchetti di palazzo che oggi sono affian-
spinta vitale e nuova visibilità, sull’onda delle quali nascono nel cati, nel tipico menù locale, dai piatti della tradizione contadina,
tempo circoli, movimenti e iniziative culturali. Oggi Mantova è sede nati in provincia, come il risotto alla pilota e lo stracotto d’asino.
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