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Angelo Faggioli,ritratti al femminile
di Luigi Franco Malizia
appresentare ed estrapolare. Mi pare di poter dire che nel-
la curata ritrattistica di Angelo Faggioli le due voci assur-
Rgono a pari e ben definita dignità espressiva. Rappresen-
tare, ovvero descrivere fattezze, peculiarità fisiche e ornamentali
del soggetto attenzionato. Estrapolare, ovvero adire alla dimen-
sione interiore di quest'ultimo, le eduardiane “voci del di dentro”,
per coglierne ed enuclearne contorni e sfumature. Emblematico,
al riguardo il il noto “rubare l'anima”. Ebbene in ambedue i casi,
parafrasando Sontag, se fotografare significa davvero ambire ad
“appropriarsi”di quello che si fotografa, è possibile comprendere
quanto abbia ad essere fondamentale al riguardo la qualità delle
movenze tecniche e concettuali dell'autore preposto all'operazio-
ne. Attento ai principi della buona composizione e alla corretta
manipolazione della luce, Angelo “dialoga” con ogni segmento del
corpo femminile, che sia il viso o il tronco o gli arti, con eguale
empatia e sensibilità, sicchè ogni sua formulazione ridonta, oltre
che di eleganza e ardore estetico, soprattutto di naturalezza e cre-
dibilità espressiva. Incisivi ritratti al femminile, quelli del Nostro,
verrebbe da dire ad ampio spettro sul piano stilistico. Si spazia
dal classico, alla versione cosiddetta “fashion”, sino ad approc-
ciare in alcuni casi i confini del concettuale. E comunque, fermi
restando alcuni punti del suo sagace “creare”: originalità, fantasia,
raffinato lessico descrittivo dai tratti pittorici, grazie alla raziona-
le e sapiente manipolazione dell'espediente tecnico e dei fondali
“ad hoc” volti a suffragarne l'attrattiva. Qualcuno, in passato (D.A.
Harvey) ha consigliato di fotografare le cose soprattutto come si
“sentono” ancor prima che come appaiono. In ambito ritrattistico
più che mai. Ben detto, e ben fatto dall'amico Angelo. Le sue godi-
bili intrpretazioni penso ne facciano fede, e sul piano emozionale
e su quello formale e cromato-luministico.
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