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Mostre                         Omaggio a Robert Capa e Taro



              di Pierluigi Peluso

            amera, il centro italiano per la foto-
            grafia, celebra il lavoro dei fotografi
       CRobert Capa e Gerda Taro con u-
       na mostra che riunisce le loro immagini di
       guerra. Mi sono recato a vedere la mostra
       dopo  qualche  titubanza;  Questo  evento,
       intitolato “Capa e Taro: Occhi sulla Guer-
       ra”, offre ai visitatori un’opportunità unica
       di immergersi nell’arte e nella storia attra-
       verso gli obiettivi di due maestri della fo-
       tografia documentaristica. Robert Capa e
       Gerda Taro, legati non solo da un’intensa
       collaborazione professionale ma anche da
       un amore appassionato, sono riconosciuti
       come pionieri nel campo della fotografia di
       guerra. Attraverso le loro immagini intrise
       di coraggio e compassione, hanno portato
       alla luce la realtà cruda e umana dei con-
       flitti del loro tempo. La mostra presenta u-
       na selezione eccezionale di fotografie, che
       abbracciano  un  periodo  tumultuoso  della
       storia  mondiale,  dall’inizio  della  guerra
       civile spagnola fino alla Seconda Guerra
       Mondiale: le loro fotografie non sono solo
       documenti  visivi  dei  conflitti,  ma  testimo-
       nianze potenti dell’esperienza umana in si-
       tuazioni estreme. “Capa e Taro: Occhi sul-
       la  Guerra”  rimarrà  in  esposizione  presso
       Camera per diverse settimane. La mostra
       chiude i battenti il 2 giugno.
        Mimmo Irrera,12 gocce di Valium                                            12  gocce  di  Valium”  è  il  titolo  della
                                                                                   mostra  fotografica  che  Mimmo  Irrera,
                                                                                “socio  onorario  UIF,  ha  allestito  nello
                                                                                “Spazioquattro” di Messina, con dodici raf-
                                                                                finate immagini di grande formato (60x90)
                                                                                in bianco e nero. “ Ho scelto queste foto, si
                                                                                legge nella locandina distribuita ai visitato-
                                                                                ri, apparentemente singole tra loro perché
                                                                                ricordo ancora l’appagamento nel ritrovar-
                                                                                mi di fronte a quelle visioni. Di volta in volta
                                                                                mi infondevano una quiete interiore, come
                                                                                una “purificazione”, e mi sperdevo in quei
                                                                                silenzi  che  mi  trasportavano  lontano  dai
                                                                                rumori del quotidiano. E ho scelto il bianco
                                                                                e nero perché con il suo “pathos”  amplifi-
                                                                                ca certe sensazioni e li fa vedere sempre
                                                                                diverse in funzione del tuo stato d’animo.
                                                                                Ho iniziato a fotografare da più di cinquan-
                                                                                ta anni ed è stato subito un innamoramen-
                                                                                to con il bianco e nero. Quante notti pas-
                                                                                sate in camera oscura…. Nato a Messina
                                                                                nel 1947 Irrera ha iniziato a fotografare nel
                                                                                1970, prediligendo sin dall’inizio il bianco
                                                                                e  nero,  che  cura  personalmente  in  tutte
                                                                                le varie fasi, fino alla stampa finale, a cui
                                                                                dedica  molto  tempo  e  qualche  segreto.
                                                                                Nel corso degli anni ha partecipato a vari
                                                                                concorsi nazionali ed internazionali ed ha
                                                                                esposto le sue opere a New York, Roma,
                                                                                Firenze,  Napoli,  Taormina,  Klangenfurt,
                                                                                Bruxelles, Catania etc. Dal 1990 ad oggi
                                                                                ha pubblicato diversi volumi fotografici : I
                                                                                Giardini  del  silenzio  nel  1990,  Vanità  nel
                                                                                1991, Messina viva nel 1996, Terra acqua
                                                                                mito nel 2003, Taormina immaginifica nel
                                                                                2018,  Villa  Cianciafara  nel  2021,  Vigata
                                                                                Montelusa nel 2021, Messina in pristinum
                                                                                e Vissi d’arte nel 2023.
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