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ReportageReportage Giuseppe Di Marco
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Musicisti di stradausicisti di strada
n una piazza della mia città natale, nei tardi pomeriggi estivi, quando il caldo cedeva il
passo ad una leggera brezza e l’intensa luce dei raggi solari si stemperava nel rosso
Iazzurro della striscia di cielo che avvolge il sole al tramonto sul mare, aveva inizio il
“passio”: passeggiate tardo-pomeridiane per godersi la frescura e per scambiare quattro
chiacchiere con gli amici. Spesso, un dolcissimo suono di violino interrompeva l’andirivie-
ni dei passeggiatori ed una piccola folla si concentrava in un angolo della storica piazza
di città: spazio magico delimitato da edifici antichi e di grande bellezza artistica. Quell’an-
golo era diventato il palco dove si esibiva “Giattino” (non conosco l’origine del nomignolo):
musicista autodidatta e violinista di strada” per vocazione, che, quando metteva mano
all’arco, si trasformava in un Marsia incantatore. Vestiva con un frac che mostrava i segni
del tempo che scorre e dalla giacca veniva fuori una camicia bianca, decorata da gialle
medaglie di sudore: piena manifestazione dell’impegno profuso nelle esecuzioni musicali
più ardite. Un papillon chiudeva il colletto usurato. Un artista un po’ bohémienne un po’
dandy. Un musicista “di strada” che mi è rimasto nel cuore e che negli anni 70’ della mia
giovinezza ha allietato quanti, in quella piazza, si incontravano per pigre o dolci passeg-
giate, per amene discussioni o anche per accorate dispute di politica. Oggi, e da allora,
nelle mie brevi gite cerco sempre di incontrare, nelle città che visito e soprattutto nella
mia Firenze (mia, perché città dell’anima e del cuore), i “musicisti di strada”. A qualcuno
di loro ho chiesto il motivo della scelta di esibirsi in questi “spazi popolari” (piazze, strade)
e le risposte sono state le più varie: desiderio di mettersi in gioco, voglia di vivere da
artista libero, necessità di suscitare curiosità e guadagnare qualcosa o cercare consensi
alla propria arte. Libertà! Desiderio di essere liberi; vivere la vita condividendo emozioni
anche con chi non conosci; mettersi in gioco per essere protagonisti: mi ricordano le pa-
role di una bella canzone del grande Mister G (Giorgio Gaber): “c’è la strada su cui puoi
contare…..C’è solo voglia, il bisogno di uscire, di esporsi nella strada, nella piazza”. Ogni
musicista “di strada” ha un proprio trascorso di vita e un particolare percorso culturale:
alcuni frequentano il conservatorio, altri sono musicisti dilettanti ma di lunga pratica; altri
ancora, avendo trascorso periodi in paesi culturalmente diversi dal nostro, ci propongono UNIONE ITALIANA FOTOAMATORI
musiche e canti di luoghi lontani. Diversi tra loro per esperienze culturali ed esperienze Associati....
di vita vissuta, ma tutti innamorati del proprio mestiere di musicista libero. Tutti rispettosi
del giudizio della gente: giudizio del competente o anche di chi ascolta la musica per solo per viveve la fotografia da protagonista
diletto. E per quanto riguarda gli strumenti musicali, anche il più improvvisato e il più stra-
no degli oggetti, utile a produrre suoni armonici, è degno di essere esibito sia nei “liberi www.uif-net.com
spazi”sia nei prestigiosi palcoscenici. Perché ricordiamoci, le regole che sottendono la Presidenza 018352278 Segreteria 0965592122
produzione di suoni armonici da parte di strumenti musicali, furono scoperte, molti secoli
fa, da Pitagora: per codificarle bastarono martelli, incudini e l’”orecchio” di un genio.