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Reportage Rod�lf� Ta��ia��r��
Il cammino di Maria”
er Castagneto la processione del Venerdì Santo assume dei di colore nero portato dalla spalla sinistra al fianco destro.Dopo il
connotati peculiari che la rendono unica nel suo genere. Non coro del Miserere si trova il gruppo del clero, costituito dal parroco
Psi tratta di una delle tante parate rievocative che stanno na- e, eventualmente, da altri sacerdoti intervenuti alla processione,
scendo, ad uso e consumo dei turisti, in tanti paesi e paesini, maga- affiancati dai chierichetti e preceduti da due fiaccole.Dietro ai sa-
ri realizzate con costumi storici più o meno improbabili, personaggi cerdoti arriva la lettiga a mano che porta il Gesù Morto, protetto
recitanti e coreografie teatrali.Quella di Castagneto, al contrario, e- da un baldacchino, anch’esso portato a mano, da figuranti vesti-
ra e rimane una tradizione genuina e prettamente devozionale che, ti con cappe nere e buffa nera, e circondati da quattro fiaccole
pur nella sua semplicità, è riuscita a conservare intatti alcuni aspetti anch’esse portate da figuranti con cappa e buffa nera.Seguono
che affondano le proprie radici nella storia religiosa di questo pae- gli “Apostoli”, possibilmente undici, di cui il primo porta il cartello
se. Una tradizione che ha avuto, tra i propri protagonisti, le antiche con su scritto “Mandatum novum do vobis”. Gli apostoli sono ve-
confraternite laicali e di cui oggi è gelosa custode la Confraternita stiti con cappa bianca ma senza buffa, e si distinguono per una
di Misericordia di Castagneto che, da ormai cinque secoli, cerca di fascia di raso rosso che portano dalla spalla sinistra al fianco
tramandare la memoria di questo importante esempio di devozione destro.Quindi è la volta della Madonna addolorata, costituita da
popolare.La processione si snoda dalla chiesa parrocchiale di San una massiccia statua di legno portata da almeno sedici uomini
Lorenzo martire, posta sul punto apicale del paese ed incastona- con cappa bianca e buffa.Dietro la Madonna addolorata, in due
ta nell’antico castello dei conti della Gherardesca. Da qui parte il lunghe file parallele, fino ad un po’ di anni fa sfilavano le Donne
corteo che si snoda tra le vie del centro storico e la strada provin- Blu, vestite completamente di blu, che portavano ciascuna una
ciale, in un itinerario che abbraccia l’intero paese, fino a ritornare al candela accesa in mano. Rappresentavano probabilmente le ap-
punto di partenza presso la chiesa parrocchiale.La processione si partenenti alla Compagnia del SS. Rosario. Oggi questo gruppo
struttura in una sequenza di gruppi di figuranti, disposti in un ordi- è invece costituito da donne completamente vestite di nero ma
ne preciso ed immutabile, che si tramanda per tradizione orale da senza velo sul volto.Chiude il corteo la Filarmonica Comunale di
generazioni.Il corteo si apre, come per ogni processione religiosa, Castagneto che, fin dalla sua costituzione nel 1852, ha sempre
con una croce. Quella usata per la processione del Venerdì Santo preso parte alla processione con l’esecuzione di marce funebri
prende però il nome di “crocione” in quanto si tratta di una pesante e con l’accompagnamento musicale dei canti sacri.Il popolo dei
croce in legno quasi a dimensioni naturali, portata da un uomo con fedeli segue il corteo lungo il percorso della processione o ne at-
cappa bianca e accompagnato da due fiaccole. Seguono i bam- tende il passaggio in alcuni punti specifici, in particolare lungo la
bini e ragazzi che, vestiti con cappa bianca e buffa, portano sette via del borgo e presso Piazza del Popolo.Durante la processione
bandierini riportanti le ultime frasi pronunciate da Gesù prima di si susseguono canti della tradizione religiosa castagnetana tra i
morire.Dopo i bambini è la volta del gruppo delle Velate. Si tratta quali spicca sicuramente il Miserere, intonato dal coro maschile
di giovani donne che, nella tradizione, dovevano essere vergini e alla partenza dalla chiesa parrocchiale e poi una seconda volta
sulla via del ritorno. La melodia della versione locale di questo
rappresentavano probabilmente le appartenenti all’antica Compa- canto medievale è unica nel panorama toscano in quanto carat-
gnia cinquecentesca della SS. Annunziata. Le prime velate portano terizzato da una vocalità tipicamente sarda, la cui origine appare
i segni della passione di Gesù: il Volto Santo, la corona di spine, i direttamente collegata agli stretti rapporti intercorsi tra l’XI ed il
chiodi della crocifissione ed il sudario della deposizione. Seguono XIII secolo tra Castagneto e la Sardegna dovuti sia ai contatti
le altre, tutte disposte in due file parallele. Queste ragazze sono ve- tra l’abbazia di S. Maria in Asca di Castagneto ed il monastero
stite integralmente di nero e hanno il volto coperto da degli spessi affiliato di S. Pietro in Silki presso Sassari (XI – XIII secolo), sia
veli neri che quasi non permettono di vedere.A seguire c’è il Coro al dominio dei conti della Gherardesca sul Giudicato di Cagliari
del Miserere, un gruppo canoro interamente maschile vestito con (XIII secolo). (Testo di Giacomo Pantani)
cappe bianche e con il viso scoperto, che si identifica per un cordone
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