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Personaggi Luciano Ricci, una vita per la fotografia
Luciano Ricci di Sandra Ceccarelli
o conosciuto Luciano Ricci nel dicembre 2022, in occasio- più noti in Europa e nel 1982 dà vita a F:64, scuola di fotografia
ne della presentazione del libro a lui dedicato, curato dalla internazionale .. Fino a che nel 1993 riprende ancora a dipinge-
Hmoglie, Maria Grazia Carraroli ed edito da Florence Art E- re interessandosi perfino di Computer Art. Rimango senza fiato
dizioni. Abbiamo avuto modo di rivederlo i primi di aprile del 2023, soltanto ad elencare tutti gli impegni e le molteplici attività che
durante una iniziativa a lui dedicata, organizzata dal Gruppo DGT hanno colorato la vita di Luciano ed ammiro la sua inesausta vi-
Firenze e dalla sezione Soci COOP Firenze Nord/Ovest. Questi talità e la passione con la quale ha insaporito ogni suo atto; ho
incontri mi hanno segnato profondamente. Luciano Ricci oltre ad voluto scrivere questo articolo su di lui, primo, perché è l’unico
essere un insigne fotografo, è una grande persona, un concen- grande artista fotografo che conosco e al quale ho potuto stringe-
trato di saggezza e d’amore verso la fotografia e verso la vita. Un re personalmente la mano, secondo, perché voglio che altri foto-
fotografo che ancor oggi riesce a infondere in noi appassionati, grafi possano conoscere questo fotografo tanto modesto, quanto
quell’entusiasmo e quella voglia di raccontare attraverso le im- geniale. Da ogni grande artista emana una luce che, ad esserne
magini che da sempre hanno caratterizzato la sua vita e la sua illuminati, una spolveratina d’arte rimane impressa anche in ognu-
esperienza fotografica. Personalmente ho solo il rimpianto di non no di noi. La rilevanza e lo spessore di questo personaggio, sono
averlo conosciuto prima … avrei tanto voluto essere una sua allie- ben descritti nella presentazione con la quale l’Editore Florence
va. Un grande fotografo dunque, apprezzato all’estero molto più di Art Edizioni, apre il libro “Luciano Ricci, una vita per la fotogra-
quanto lo sia stato nella sua terra di origine, la Toscana e l’Italia. fia”: “Luciano Ricci inizia a fotografare nella seconda metà degli
Nato a Peretola il 23 settembre 1929, nel luglio del 1943 fu vittima anni ‘60. Il suo linguaggio è chiaro e lineare, creativo, fortemente
di un grave incidente dove perse il braccio e la gamba destra: u- influenzato dall’arte pittorica: ritrae architetture, spettacoli e per-
na bomba a mano scambiata per un oggetto innocuo, gli scoppiò sone, sempre cercando di sondarne e trasmetterne l’essenza. Ha
tra le mani. Un ragazzo poco più che tredicenne, fece allora una collaborato con Luca Ronconi, Federico Fellini, Ugo Gregoretti,
promessa a sè stesso, una promessa mai tradita: “Luciano, non Mario Monicelli, Maurice Bejart; ha fotografato personaggi come
sei più la stessa persona, devi ricominciare da capo, senza aver Henry Moore, Riccardo Muti, Andy Warhol, Maria Callas, Jehudy
bisogno di nessuno… non devi mai chiedere aiuto a nessuno! Tu Menuhin, Orazio Costa, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman.
devi essere in grado di fare tutto da solo.” Amante delle arti tutte, Franco Basaglia, allora giovane psichiatra determinato a chiudere
ispirato dalla musica, si dedicò alla pittura, fu allievo di Vinicio Ber- i manicomi, gli affidò la documentazione fotografica di quei luoghi:
ti, il suo ammirato ed amato maestro. I suoi quadri ottennero un con i suoi obiettivi sarà il primo a raccontare quella realtà. Per
ottimo consenso dai più importanti e noti galleristi italiani tanto da questi ed altri suoi lavori, su invito di Cornell Capa, è il primo italia-
consentirgli di poter garantire alla sua famiglia un buon sostegno no a entrare a far parte del “Fund of Concerned Photography”. Ha
economico fino al 1966, quando l’alluvione di Firenze distrusse ospitato a casa sua Elliott Erwitt, Lucien Clergue, Josef Koudelka.
il suo studio e tutte le opere in esso contenute. Questo evento Ha esposto alla Biblioteca Nazionale di Parigi (1971), al Museo
segnò un’altra svolta nella sua vita professionale ed artistica e d’Arte Moderna di New York (1974), ad Arles (1978), alla casa del-
l’incontro con la fotografia, che Luciano definisce, “la sua salvez- la Cultura di Pechino (1984), alla Galleria d’Arte Contemporanea
za”, lo travolse tanto da farsene catturare per sempre. Rivolge il di Sidney (1984), nelle Gallerie d’Arte Moderna di Colonia, Fran-
suo inesauribile talento verso le tematiche sociali, occupandosi coforte e Amburgo (1992-’93).” Hanno scritto su di lui Renzo Chini,
dei portatori di handicap, della legge 180 e delle carceri, delle Lanfranco Colombo, Giuliana Scimé, Ugo Barlozzetti, Carlo Ciap-
catastrofi naturali come il terremoto di Tuscania. Collabora con pi. Ed è in virtù dell’interessamento di quest’ultimo che, proprio in
le maggiori riviste di attualità e di fotografia. Nel 1978 assume la questi giorni, Luciano ha firmato il contratto di donazione di gran
Cattedra di Fotografia alla John Drake University del Winsconsin. parte delle sue opere alla Federazione Italiana Associazioni Fo-
E poi… e poi … tornato in Italia, è fotografo al Teatro Comunale di tografiche che si è dimostrata ben lieta di poterle conservare nel
Firenze per gli allestimenti delle opere ed instaura, durante quel suo Archivio Grandi Autori. Finalmente, grazie a questa associa-
periodo, una profonda amicizia con Riccardo Muti. Fonda “Ca- zione, il lavoro di Luciano Ricci ha trovato la sua giusta e meritata
mera Equipe”, gruppo di lavoro fotografico di impegno civile fra i collocazione.
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