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Reportage Pa�l� F���et��
Un magnifico “Magnificat”
icuramente quanti parteciparono nel 2017 al Congresso Nazionale A Cuneo è possibile ammirare il maesto-
UIF a Cuneo ricorderanno la visita al maestoso Santuario di Vicoforte so Santuario di Vicoforte Mondovì le cui
SMondovì, le cui origini possiamo far risalire a fine XV secolo allorché origini risalgono al XV secolo allorchè
un anonimo fornaciaio costruì il pilone votivo della Vergine, vale a dire quello un anonimo fornaciaro costruì il pilone
che ancora oggi, sormontato da una grande corona, troneggia al centro della
basilica contornato di cappelle funerarie che a fine XVI secolo il duca Carlo votivo alla Vergine che ancora oggi tro-
Emanuele I di Savoia fece costruire per farne un solenne mausoleo per la neggia al centro della Basilica. Durante il
casata. Tutti rimanemmo a bocca aperta nell’ammirare da sotto in su l’enor- Congresso UIF del 2017 quanti vi hanno
me volta della cupola ellittica, la quinta del genere al mondo per dimensioni, partecipato hanno potuto visitarlo.
impreziosita da oltre 6000 metri quadrati di affreschi che Mattia Bartolini di-
pinse in un paio d’anni a partire dal 1746, dedicandoli interamente alla glori-
ficazione di Maria. “Magnificat”: Magnifico! Esclamazione che viene naturale
nel trovarsi di fronte ad uno spettacolo inatteso e nel contempo maestoso.
Emozionanti i primi due livelli di percorso di visita che, cingendo con strette
balconate la cupola, ci portano sempre più su ad abbracciare con lo sguardo
sia la maestosità pittorica sia il sottostante ampio piazzale ed il verdeggian-
te, suggestivo paesaggio del Monregalese. Stupendo ammirare dai 60 metri
di altezza del secondo livello i dettagli pittorici della volta della cupola, volta
al cui centro, sospesa a mezza altezza in cielo in un tripudio di Apostoli,
di Angeli musicanti e delle quattro Virtù Cardinali, è raffigurata la Vergine
Maria che rivede il Cristo, il quale manda schiere di Angeli per sorreggerla e
per accoglierla sotto un leggiadro baldacchino rosso. Ma per godersi il super
del “Magnificat”, si deve salire al terzo ed ultimo livello, vale a dire raggiun-
gere il cupolino a 75 degli 84 metri. della sua altezza. Grazie alla guida ed
ai giovani addetti al cantiere, passando di traverso tra i due spessi collari
d’acciaio che in parallelo stabilizzano con ferrea cintura la cupola e grazie ad
un’imbracatura da agganciare ad una carrucola per superare uno per volta la
decina di gradini di una scala in ferro a pioli, camminare sulla copertura della
volta tra puntelli e travi in legno di sostegno della cupola esterna, sbucare
nuovamente all’esterno e rientrare nel “lanternino” per trovarsi, finalmente,
quasi a toccare con mano la Trinità che dall’alto domina , solenne, l’intero
Universo. Ed ecco che a questo punto anch’io, che non soffro di vertigini o di
claustrofobia, non ho potuto che esclamare a mia volta: Magnificat!
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